Nell’articolo di oggi parleremo della chirurgia maxillo-facciale e lo faremo con l’ortodontista Camillo Azzuni.
Chirurgia Maxillo-Facciale: intervista al dottor Camillo Azzuni
Oggi parliamo della chirurgia maxillo-facciale. Sono molti i personaggi dello spettacolo ma non solo che ricorrono a questa tecnica per correggere eventuali malformazioni dento-scheletriche. La chirurgia maxillo-facciale è una disciplina chirurgica specializzata nella diagnosi e cura delle malattie che colpiscono la bocca, mascella, mandibola, viso e collo. Un ponte, dunque, tra medicina e odontoiatria. Ci concentreremo in quest’articolo sulle malformazioni dento-scheletriche e come porre rimedio a questi disturbi molto fastidiosi. Lo faremo insieme al dottor Camillo Azzuni, medico odontoiatra del reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale del Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma. Un centro all’avanguardia coordinato dal Professore Sandro Pelo.
Chirurgia Maxillo-Facciale: intervista al dottor Camillo Azzuni
“Buongiorno dottor Azzuni e grazie per l’intervista che ci sta concedendo”.
“Buongiorno a lei”.
“Come anticipato, la sua vita professionale è principalmente dedicata all’ortodonzia. Come è nata questa sua vocazione?”
“Tutto è nato studiando i disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare durante gli anni universitari. Ciò poi mi ha portato ad appassionarmi all’ortodonzia”.
“Quindi se ho ben capito è da molti anni che svolge questa attività?”
“Si. La mia attività è iniziata subito dopo la laurea. Sono ormai trascorsi 35 anni”.
“Oggi il livello dell’ortodonzia rispetto agli anni passati è decisamente migliorato. Secondo lei come è il livello di ortodonzia in un panorama strettamente internazionale?”
“Per ciò che concerne l’ortodonzia convenzionale credo che il livello professionale, nel panorama internazionale, degli ortodontisti sia molto elevato”.
“Immagino che nel suo lavoro lei incontri anche alcune difficoltà. Quali sono quelle che maggiormente le capita di incontrare?”
“Senza ombra di dubbio la fase di programmazione terapeutica è quella che richiede maggiore attenzione insieme alla fase iniziale di riabilitazione neuro – muscolare”.
“Parliamo del sorriso. Il valore del sorriso è noto ormai a livello mondiale. Sia da un punto di vista funzionale (una corretta masticazione influisce sulla digestione e sugli squilibri muscolari e sulla salute dell’articolazione temporo-mandibolare) che dal punto di vista puramente psicologico e cioè l’aspetto estetico. Come si stabilisce il livello di complessità di un caso ortodontico?”
“La complessità si stabilisce mediante l’analisi cefalometrica 2D E 3D, l’analisi dei modelli in gesso delle arcate dentarie e l’analisi dei tessuti mobili”.
“Lei fa parte dell’equipe del Professore Sandro Pelo, chirurgo maxillo-facciale che opera al Policlinico ‘Gemelli’ di Roma con il quale si occupa delle malocclusioni dento-scheletriche, e cioè progenismo e prognatismo. Ci spiega brevemente cosa sono?”
“Sono alterazioni dello sviluppo scheletrico che si instaurano fin dall’età adolescenziale e posso essere causati da fattori genetici o comportamentali (funzione alterata, abitudini viziate, ecc.). Si può avere una prominenza mandibolare oppure una retrusione, definite terza classe o seconda classe dento-scheletrica”.
“Quali sono i sintomi che permettono ad un paziente di riconoscere una malocclusione dento-scheletrica?”
“I sintomi possono essere estetici, quindi profilo concavo in caso di prominenza mandibolare o convesso in caso di retrusione mandibolare; difficoltà masticatorie e quindi della digestione; alterazioni della cinetica mandibolare con disturbi quali rumori, dolori, mialgie dei muscoli masticatori associati ad eventuali cefalee muscolo – tensive”.
“Quale terapia solitamente viene utilizzata dall’ortodontista”
“Di solito la terapia viene condotta con apparecchiatura fissa multibande”.
“Come viene programmato l’intervento?”
“L’intervento viene programmato mediante analisi clinica del paziente, studio delle articolazioni temporo – mandibolari, analisi del sorriso, analisi dei modelli in gesso delle arcate dentarie, analisi profilometrica, analisi cefalometriche mediante software in 2D e in 3D”.
“Come viene eseguito l’intervento?”
“L’intervento chirurgico si esegue in anestesia generale, effettuando osteotomie dei mascellari e loro riposizionamento definito durante la programmazione”.
“Ci possono essere dei rischi? Se sì, quali?”
“Gli effetti collaterali possono essere quelli comuni a qualsiasi intervento chirurgico. Ad oggi grazie alle nuove metodiche le complicanze sono molto ridotte”.
“Oggi si parla molto di Surgey First. Ci spiega meglio che cosa è?”
“L’approccio Surgery First è una terapia all’avanguardia nell’ambito della chirurgia ortognatica non ancora molto diffusa. La chirurgia ortognatica con approccio convenzionale prevede prima la terapia ortodontica finalizzata alla decompensazione delle due arcate con allineamento e livellamento dentale, la fase chirurgica e successivamente la fase di finalizzazione e stabilizzazione. Questa modalità terapeutica richiede tempi abbastanza lunghi, in media circa tre anni. Con l’approccio Surgery First i tempi terapeutici si riducono, si elimina la fase di preparazione ordontica pre-chirurgica effettuando subito la chirurgia. Inoltre il paziente può definire la data dell’intervento e questo gli consente di non modificare le proprie abitudini fino a qualche giorno prima dell’intervento, periodo in cui viene effettuato il bendaggio. L’approccio Surgery First riduce anche i tempi di terapia, come evidenziato in letteratura, in quanto vengono favoriti gli spostamenti ortodontici. Attualmente nei pazienti da me trattati il tempo di terapia è in media di 6 mesi”.
“Italia quanti sono gli ortodontisti che utilizzano questo nuovo trattamento?”
“In Italia sono ancora pochi. Noi della UOC di Chirurgia Maxillo – Facciale del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma diretta dal Professore Sandro Pelo abbiamo organizzato corsi di perfezionamento universitario a tal proposito”.
“Dopo quanto tempo un paziente operato può tornare alle proprie attività?”
“Il paziente può tornare alle proprie attività dopo due settimane”.
“Secondo lei, che cosa è utile sapere al giorno d’oggi per prevenire le malattie della bocca?”
“Per prevenire le patologie del cavo orale è consigliabile una corretta igiene orale, evitare fumo e alcool ed effettuare controlli periodici dallo specialista di fiducia”.
“Un’ultima domanda. Che cosa si sentirebbe di dire a un giovane che vorrebbe come lei intraprendere la carriera da ortodontista?”
“Avere molta passione, pazienza e umiltà”.
“Vuole salutare qualcuno?”
“Vorrei salutare il Professore Pelo al quale affido la chirurgia dei miei pazienti, l’equipe con cui collaboro e la mia famiglia. Ed un caro saluto al professore Alessandro Silvestri”.
“Grazie mille per l’intervista. Buon Lavoro”.
“Grazie a lei”.